Mi presento sono Alessia, volontaria dell'associazione no-profit Coordinamento LAM.
Ho seguito con interesse la petizione lanciata dal team legale contattato dalla nostra associazione e che mette i riflettori su di una norma, quella dell'art. 544-bis e ter Codice Penale, non più attuale (è vecchia di quasi 20 anni).
Le disposizioni di cui all'articolo citato sono state introdotte dalla famosa L. 189/2004 che ha disciplinato il reato di maltrattamento e uccisione di animali. La stessa L. 189 aveva previsto - appunto oramai 20 anni fa - una sorta di presunzione legale di 'necessità sociale' in capo alle attività di allevamenti e macelli e sino ad oggi, proprio a causa di tale presunta 'necessità sociale', sono stati ampiamente 'tollerati' tutti i reati (e sono tanti....) perpetrati nell'esercizio di tali attività.
Ora, questo team legale contattato dall'associazione Coordinamento LAM ha messo alla luce l'anacronisticità di tale presunzione ex lege. Al giorno d'oggi, infatti, assistiamo non solo all'avvento e al crescente successo in tutto il Mondo delle proteine d'origine vegetale, ma assistiamo anche alla molteplicità di organizzazioni e startup che si sono prefissate, e sono riuscite perfettamente nell'intento, di creare VERA carne, ricavata proprio dagli animali, ma non più macellandoli, bensì effettuando su di un individuo soltanto di ogni specie una mera biopsia muscolare indolore, oppure anche ci sono startup che sono riuscite ad ottenere VERA CARNE PARTENDO DA UNA PIUMA di un solo esemplare (senza più né sfruttare né uccidere alcun animale. E’ il caso ad esempio della Memphis Meats:www.gfi.org ): stiamo parlando della nuova tecnologia della carne cellulare, o carne coltivata, o carne pulita in vitro. https://www.change.org/p/petizione-urgente-stop-allevamenti-e-macelli-chiediamo-una-modifica-all-art-544-bis-e-ter-c-p/u/28849092
E ci sembra doveroso, viste queste premesse, nonché urgente, BLOCCARE QUALSIASI FINANZIAMENTO - europeo e non - alle attività che ancora ricavano proteine commettendo i reati di cui all'art. 544-bis e ter codice penale, e di indirizzarli invece verso queste nuove realtà che non solo ricavano proteine SENZA COMMETTERE REATI, ma altresì ci preservano da future pandemie (gli sporchi allevamenti, soprattutto di polli, galline, tacchini e maiali), proprio per l'alto numero di individui presenti in mezzo alla sporcizia e gli uni vicini agli altri, rappresentano la maggior fonte di virus patogeni e sono serbatoi di pandemie.
In subordine, in caso di assenza in Italia di realtà per la produzione di proteine con metodi non-cruenti e al solo fine di non perdere posti di lavoro, chiediamo di attribuire detti finanziamenti alle stesse realtà ad oggi beneficiarie MA VINCOLANDO GLI STESSI ESCLUSIVAMENTE ad un effettivo e reale cambiamento (in vista non solo della crescente sensibilità verso gli aberranti reati commessi ai danni degli animali che vengono 'allevati e macellati', ma anche in considerazione della pericolosità per la salute pubblica e per la perdita di posti di lavoro di queste attività di allevamenti e macelli poiché sono causa del proliferarsi di virus patogeni e pandemie): per beneficiare ancora dei finanziamenti NON dovranno più né allevare né uccidere animali ma dovranno riconvertire le loro attuali attività di allevamenti e macelli in attività di produzione di carne pulita in vitro mediante la tecnologia della biopsia muscolare indolore o, meglio, mediante l'utilizzo di una semplice piuma, oppure in attività di produzione di proteine vegetali. (A solo titolo di esempio, ecco una delle aziende nel Regno Unito a produrre 'fake-chicken', ossia 'finto-pollo' in versione vegana, ossia 100% tratto dalle piante: https://www.vfc.co.uk/
Non ci accontenteremo di nulla di meno che della fine dell'era della carne tratta dalla uccisione o macellazione degli animali.
Resto ovviamente a disposizione, anche a nome dell'associazione Coordinamento LAM.
Mi presento sono Alessia, volontaria dell'associazione no-profit Coordinamento LAM.
Iniziamo questa petizione con una breve carrellata di articoli..... per fornire velocemente al lettore una base di informazioni sufficiente per valutare e decidere sul tema che poniamo oggi,...... ossia se è ancora giusto o meno continuare ad allevare e ammazzare 150 miliardi di animali l'anno (dal momento che ci sono oggi altri modi per produrre proteine e addirittura ci sono modi per produrre proteine anche animali facendo a meno degli animali stessi e quindi senza più né ucciderli, né tantomeno allevarli tra mille privazioni, maltrattamenti, lasciati come sono ora in balìa della crudeltà umana e a volte purtroppo anche della zoorestia oppure uccisi tritati vivi se considerati dalle industrie 'inutili o difettosi': è questo il caso dei pulcini maschi nati nel ciclo di produzione delle uova: non potendo produrre uova, i pulcini maschi sono considerati prodotti di scarto quindi, nel loro primo giorno di vita, vengono tritati vivi).
* PROGETTO CARNE DA UNA PIUMA: Firma per lasciare agli allevatori solo il DNA degli animali sino ad ora allevati, da conservare in appositi database, e liberare per sempre tutti gli Animali da allevamenti e macelli. Per chi vuole ancora carne la si produrrà dal DNA che verrà depositato mediante una semplice piuma nei database di chi vuole ancora produrre carne, liberando per sempre gli animali:
Mi presento sono Alessia, volontaria dell'associazione no-profit Coordinamento LAM. Ho seguito con interesse la petizione lanciata dal team legale contattato dalla nostra associazione e che mette i riflettori su di una norma, quella dell'art. 544-bis e ter Codice Penale, non più attuale (è vecchia di quasi 20 anni).
Ma ecco una breve carrellata di articoli per fornire velocemente al lettore una base di informazioni sufficiente per valutare e decidere sul tema che poniamo oggi, ossia se è ancora giusto o meno continuare ad allevare e ammazzare 150 miliardi di animali l'anno (dal momento che ci sono oggi altri modi per produrre proteine e addirittura ci sono modi per produrre proteine anche animali facendo a meno degli animali stessi e quindi senza più né ucciderli, né tantomeno allevarli tra mille privazioni, maltrattamenti, lasciati come sono orain balìa della crudeltà umanae a volte purtroppo anche dellazoorestiaoppureuccisi tritati vivi se considerati dalle industrie 'inutili o difettosi': è questo il caso dei pulcini maschi nati nel ciclo di produzione delle uova: non potendo produrre uova, i pulcini maschi sono considerati prodotti di scarto quindi, nel loro primo giorno di vita, vengono tritati vivi).
1)*Reato di maltrattamento e uccisione di animali e attività di allevamento e macellazione. Presentazione:
2)*Allevamenti intensivi: la Disneyland dei VIRUS. Epidemia mortale di salmonella nel Regno Unito legata ai prodotti a base di pollo. Gli allevamenti costituiscono un serio pericolo anche per noi, non si tratta solo di etica e di sofferenza animale:
Abbiamo rinvenuto un articolo (ovvero un post su internet) che parlava della petizione e di tutti i motivi per aderire.
"Secondo me la petizione Mai più macellare dovrebbero firmarla tutti. Vi spiego il perché:
1) dovrebbero firmarla i vegani perché sicuramente avranno (per lo meno nella maggioranza dei casi) famigliari, amici o colleghi onnivori (o anche cani o gatti onnivori...ci sono moltissimi vegani che danno ai propri cani o gatti i prodotti Amì-dog, o Amì-cat, o i prodotti Vecan... io stessa utilizzo le crocchette vegetali perchè mi sembra assurdo se ho un cane disinteressarmi così della sofferenza di tutte le creature che finiscono nella sua ciotola! E che male ci hanno mai fatto?).
In ogni caso i vegani dovrebbero firmarla perchè nell'immediato si chiuderebbero intanto i macelli e tutti gli allevamenti, applicandosi anche a queste attività l'art. 544-bis e ter Codice Penale, senza peraltro lasciare senza lavoro nessuno perchè si suggerisce al Governo di impiegare i fondi UE per riadattare sia le attività di allevamento sia quelle di macellazione in aziende di tecnologia alimentare. E alla fine tutti coloro (uomini o animali) che ancora mangiano carne potrebbero avere carne senza farmaci né ormoni e senza più aver allevato né ucciso nessuno;
2) dovrebbero firmarla gli onnivori per avere carne più sana;
3) dovrebbero firmarla pure gli allevatori perché nella petizione c'è scritto che la riconversione della loro attività in azienda di tecnologia alimentare è a carico dell'UE e in più aumenterebbero le vendite di un 20 per cento circa pari a quella fetta di mercato che ora non mangia carne perché è piena di tossine oppure non mangia carne per motivi etici.
* PROGETTO CARNEDAUNAPIUMA: Firma per lasciare agli allevatori solo il DNA degli animali sino ad ora allevati, da conservare in appositi database, liberando per sempre tutti gli Animali da allevamenti e macelli (questo non soltanto per una questione etica, ma anche per evitare in futuro nuove pandemie). Per chi vuole ancora carne la si produrrà dal DNA che verrà lasciato tramite una semplice piuma nei database di chi vuole ancora produrre carne, facendo a meno degli animali stessi:
Si permette di scrivermi una signora da parte di una non meglio specificata 'associazione' proponendomi di pubblicare sui miei siti un articolo in cui si consiglia, per l'ambiente, di sostituire la carne bovina con quella o di pollo o coniglio, o di maiale.
Ecco la mia risposta:
Un articolo che chiede di sostituire un cadavere di oltre 200 chili con 200 cadaveri da un chilo per me non va neppure preso in considerazione.
Legare l'uccisione o meno di un individuo senziente alla quantità o meno di acqua sprecata è un'offesa al valore della sua vita.
Non facciamo più nascere nessuno negli allevamenti al solo scopo di essere sgozzato e poi fatto a pezzi e venduto ai 'consumatori'.
Questa è una soluzione che posso accettare.
Tutto il resto, tanto per restare in tema, è 'merda'.
Analogamente come se mi avesse scritto che consumare carni di neonati sarebbe meglio per l'ambiente piuttosto che consumare carni di esseri umani adulti e tra di essi consumare carni di quelli stitici aiuterebbe l'ambiente.
Siete tutti impazziti?
Non si permetta mai più, ripeto MAI più di contattarmi.
Buona giornata.
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PER IL RELATIVO AGGIORNAMENTO SULLA PETIZIONE APERTA SU CHANGE:
"Messe da parte le illusioni e le ideologie, credo che questa sia l'unica strada percorribile affinchè gli animali non vengano più uccisi... di certo la più veloce."
La carne sintetica coltivata in laboratorio per produrre milioni di hamburger senza macellare gli animali. La sfida di Nathalie Rolland, figlia e nipote di allevatori, che in Francia ha fondato l’’associazione «Agriculture cellulaire».
Figlia e nipote di allevatori, Nathalie Rolland ha fondato l’associazione «Agriculture cellulaire France» per promuovere e sostenere l’attività che potrebbe, almeno nelle intenzioni, eliminare o almeno ridimensionare sensibilmente il mestiere della sua famiglia. La carne coltivata in laboratorio è la nuova frontiere per decine di start-up che stanno sorgendo in tutto il mondo, e anche in Francia. «Una sola mucca “donatrice” potrebbe fornire 175 milioni di hamburger, gli stessi che oggi vengono prodotti uccidendo 440 mila animali», ha spiegato a Libération Rolland, che ha lavorato nell’équipe del ricercatore olandese Mark Post (all’origine della prima bistecca creata in vitro, nel 2013). Ma in Francia, il Paese che dedica all’agricoltura e all’allevamento la più vasta superficie d’Europa (30 milioni di ettari), l’alternativa di laboratorio e incruenta alla carne frutto della macellazione crea diffidenza e ostilità, a cominciare dal governo.
Carne sintetica, le start up «La start-up nation» è lo slogan più amato da Macron e anche il più discusso: con una formula in lingua inglese, pretende di proiettare un Paese di storia e tradizioni millenarie in un futuro fatto di economia digitale, innovazione e micro-imprenditorialità diffusa. Le start-up sono incoraggiate e promosse da Macron e dal governo, ma non quelle che cominciano a occuparsi di biotecnologie applicate alla carne di laboratorio. Nel 2020 sono stati raccolti in Francia 86 milioni di euro per finanziarie le ricerche, contro 9 milioni nel 2019. Il settore è quindi in crescita, eppure il governo frena. Alla notizia che Singapore aveva autorizzato la vendita di carne di pollo prodotta in laboratorio, il potente ministro francese dell’Agricoltura, Julien Denormandie, ha reagito senza sfumature: «Davvero è questa la società che vogliamo per i nostri figli? Io no. Lo dico chiaramente: la carne viene da ciò che è vivo, non dai laboratori. Potete contare su di me perché in Francia la carne resti naturale e mai artificiale». L’intenzione di tutelare la filiera degli allevatori è evidente.
Carne prodotta in laboratorio: i vantaggi per l’ambiente e gli animali Ma se le ragioni economiche sono rispettabili, più confuse appaiono quelle di principio. Nessuno vuole privare gli allevatori del loro mestiere dalla sera al mattino. Ma i vantaggi della carne coltivata in vitro sono notevoli: il primo e ovvio, è che renderà possibile mangiare carne con un gusto del tutto simile a quella tradizionale, senza l’ingrediente della sofferenza dell’animale. Chi non riesce a rinunciare alle proteine della carne pur avvertendo il problema etico dello sfruttamento e dell’uccisione di milioni di esseri viventi senzienti, potrebbe avere la soluzione a portata di mano. C’è poi la questione ambientale, non secondaria. Secondo i calcoli del sito Frontiers in Sustainable Food Systems, la carne bovina prodotta in laboratorio a partire da cellule prelevate da una mucca ridurre l’impatto climatico e la superficie destinata all’allevamento fino al 90 per cento, con i rischi per la salute legati agli allevamenti intensivi portati a zero. Le capacità tecnologiche sono ormai molto sofisticate, e la questione è arrivare a un prezzo che sia competitivo con le carni provenienti da allevamenti giganteschi come la «fattoria delle mille vacche» nata a Drucat, nel Nord della Francia, nel 2009, che peraltro non arriva a competere con la fattoria Almarai in Arabia saudita (95 mila vacche) o l’americana Fair Oaks (40 mila).
La ricerca e gli investimenti Laboratori americani, israeliani, australiani e anche europei sono vicini al traguardo di produrre carne di provenienza cellulare, con una consistenza e gusto del tutto simile a quella di un animale macellato, e a un prezzo ragionevole. Le ricerche non sono limitate alla carne bovina ma presto sarà possibile mangiare salmone, selvaggina e anche prodotti di nicchia come la carne di canguro, senza uccidere animali. Nicolas Morin-Forest per esempio ha fondato la start-up Gourmey per reinventare il foie gras, la più controversa delle specialità gastronomiche francesi. «Abbiamo scelto il foie gras per dimostrare che con le nuove tecniche si possono fare non solo hamburger o nuggets di pollo, ma anche prodotti molto sofisticati», dice. Mano a meno che la tecnologia avanza, la politica è chiamata a fare i conti con una nuova possibilità.
Heura non è un'azienda, è un intero movimento. Il famoso marchio spagnolo di carne vegana è recentemente passato dalla vittoria di premi, alla conquista del mercato europeo, alla lotta contro una causa giudiziaria guidata da un'industria della carne che si sente minacciata dall'ascesa degli alimenti a base vegetale. Gli attivisti del cibo sono recentemente riusciti nella loro prima parte di questa battaglia, consentendo loro di continuare a diffondere il loro messaggio cruciale e spingere verso la transizione proteica globale.
vegconomist en español ha recentemente parlato con il co-fondatore Bernat Añaños, che ci ha dato l'opportunità di conoscere in dettaglio i successi e le tribolazioni della sua azienda, nonché i suoi piani per il futuro.
Raccontaci un po 'di te, come sei diventato co-fondatore di un'azienda come Heura e qual è stato il motivo? Ho sempre avuto un legame molto forte con la natura e ho sempre sofferto molto quando vedevo un incendio o quando vedevo un animale ferito. Vengo da una piccola città molto tradizionale e c'è stato un momento nella mia vita in cui volevo scoprire il mondo e vedere dove potevo mettere i miei sforzi per migliorarlo.
"Non vogliamo essere un sostituto della carne, vogliamo essere un successore, il che significa essere migliori in tutto".
Sono andato in Belgio, Cina e in molti altri paesi. Ho passato ore su progetti ma nessuno di loro mi ha soddisfatto e non sentivo che avessero l'impatto che volevo avere sul mondo. Poi ho iniziato ad andare molto a Barcellona, dove ho conosciuto Marc Coloma nel 2015. Aveva un progetto embrionale per produrre carne direttamente dalle verdure perché è il modo migliore per sensibilizzare le persone su come apportare cambiamenti per il pianeta.
“Siamo molto chiari. Vogliamo portare gli animali fuori dalla catena alimentare ".
Da lì ho iniziato ad aiutarlo, e molto naturalmente abbiamo deciso di farlo insieme. Da lì è nato Heura, qualcosa che mi ha fatto dire "Wow, penso che questo sia il mio spazio nel mondo". L'ho visto come un vero modo per connettersi con la natura e con gli animali. Sento che dobbiamo fare molto per rispettarli veramente. Inoltre, sviluppando un prodotto più sano, mostra anche la nostra empatia nei confronti delle persone.
Siamo nati dall'attivismo. Abbiamo elaborato l'intera struttura dell'azienda dall'attivismo. Per riassumere, sono guidato da cause sociali e giustizia sociale, tutti quei progetti che promuovono una società più avanzata ed empatica. In Heura ho trovato questo spazio.
Cosa differenzia Heura da altri marchi simili? Prima di tutto, voglio sottolineare che per me gli altri marchi alimentari a base vegetale non sono concorrenza, sono alleati. Abbiamo bisogno l'uno dell'altro perché il cambiamento è così grande e la transizione proteica è così importante in tutti i paesi del mondo. Abbiamo bisogno di più aziende e più progetti che spingano nella stessa direzione.
Tuttavia, penso che Heura abbia tre cose che ci rendono diversi. Primo, siamo nati dall'attivismo. Abbiamo elaborato l'intera struttura dell'azienda dall'attivismo.
In secondo luogo, siamo l'unico grande marchio nato nel Mediterraneo. Siamo una cultura con un forte legame con la natura. La sostenibilità è nel nostro DNA. Siamo anche una cultura che ama mangiare e condividere ciò che mangiamo. I palati mediterranei sono molto esigenti, quindi prendiamo molto sul serio la qualità dei nostri prodotti.
Terzo, mettiamo al centro la salute, utilizzando i grassi più sani, come l'olio d'oliva , e creando prodotti che hanno un posto nella dieta mediterranea di questo secolo. Ci sforziamo di rendere i nostri prodotti nutrizionalmente molto completi e di altissima qualità.
Heura è diventata famosa per la sua pubblicità "controversa". Parlaci un po 'delle risposte del pubblico, sia positive che negative, alle tue campagne pubblicitarie. Alcuni dicono che sia controverso. Direi che è diretto. Non siamo abituati alle aziende che osano fare messaggi diretti. Normalmente si parla solo dei vantaggi del prodotto per il consumatore. Siamo molto chiari. Vogliamo portare gli animali fuori dalla catena alimentare. Per raggiungere questo obiettivo, diremo tutte le verità necessarie e apriremo gli occhi a tutti. Il pubblico merita almeno di conoscere l'impatto della carne sui nostri piatti.
L' intero processo legale ha aiutato ancora di più a trasmettere questo messaggio a molte, molte più persone.
Ci sono persone che si sentono attaccate per aver segnalato questi fatti. A queste persone direi che il nostro scopo non è attaccare nessuno. Il nostro scopo è informare le persone perché l'informazione è potere. Il sistema in questo momento sta cercando di nascondere un impatto orribile, di cui è molto difficile conoscere. Prima veniamo a conoscenza di questo impatto, prima potremo apportare i cambiamenti necessari e più saremo vicini alla soluzione della crisi climatica.
Cartellone Heura a Madrid Crediti fotografici Heura Foods
Heura si è trovata nel mezzo di una causa legale da parte dei leader dell'industria della carne. Puoi spiegarci come si sono comportati in questo processo? Da tre anni informiamo le persone sull'impatto ambientale della carne attraverso i social media e i colloqui faccia a faccia. Ma quando abbiamo affisso il poster nel centro di Madrid dicendo la stessa cosa che abbiamo sempre detto, all'industria della carne è venuto in mente che stavamo parlando a voce troppo alta.
“Il nostro scopo è informare le persone perché l'informazione è potere. Il sistema in questo momento sta cercando di nascondere un impatto orribile "
Ora, l' intero processo giudiziario ha aiutato ancora di più a trasmettere questo messaggio a molte, molte più persone. In parte a causa del processo giudiziario, più persone sanno che l'industria della carne inquina più dell'industria dei trasporti.
Abbiamo anche imparato ad ascoltare di più le persone, sia le persone che sono per noi sia quelle che sono contro di noi. Per questo abbiamo imparato molto.
La Spagna ha il potenziale e tutte le carte in regola per essere un leader mondiale nella transizione delle proteine. Ma invece di utilizzare questo spazio per generare dibattito e portare avanti la transizione, abbiamo dedicato molto tempo a un processo giudiziario che alla fine ci ha dato ragione. Ora, invece di preoccuparci di chi ha vinto e chi ha perso, puliamo la lavagna perché abbiamo l'opportunità di sederci intorno al tavolo, tutti noi che abbiamo responsabilità in questo settore, e trovare soluzioni.
Quali sono i piani per il futuro di Heura? Vogliamo essere un attore globale nella transizione delle proteine e inviare prodotti e informazioni che provengono dal Mediterraneo e hanno un impatto globale in molti paesi. Crediamo che nel Mediterraneo abbiamo molto da dire in questa transizione e la responsabilità come cultura gastronomica di essere parte di questa carne del futuro.
"Non vogliamo essere un sostituto della carne, vogliamo essere un successore, il che significa essere migliori in tutto"
La Spagna è storicamente ed eternamente legata all'America Latina, dove vogliamo andare.
Heura Burger 2.0
Non vogliamo essere un sostituto della carne, vogliamo essere un successore, il che significa essere migliori in tutto. In termini di sostenibilità, vinceremo sempre. Stiamo approdando al movimento Heura in molti paesi. Ma non è tutto. Vogliamo continuare a creare comunità consapevoli e informate sulla carne in modo che possano fare scelte più consapevoli.
Per le persone che vedono questo in America Latina, voglio dire che la Spagna è storicamente ed eternamente legata a questa parte del mondo, dove vogliamo andare. Ecco perché siamo già arrivati in Cile, dove siamo disponibili a Tottus, luogo in cui abbiamo avuto molto successo. Dico a quelli in Messico di essere molto attenti, di seguirci sulle reti, perché succederà qualcosa e la Colombia è sulla mappa dei paesi in cui vogliamo essere.
Abbiamo molte persone che ci scrivono ogni giorno da Colombia, Perù, Argentina, Cile, Messico… Tutti chiedono i nostri prodotti. Stiamo lavorando per far sì che ciò accada e non dovranno aspettare a lungo.